At home With

Episodio 5 - Jaoven

AT HOME WITH JAOVEN

Benvenuti nell'appartamento parigino di Jaoven: un grande studio fuori dall’ordinario che non conosce confini stilistici. Al suo interno, lo stile vintage presente dagli anni 30 agli anni 60 si mescola con ricordi di viaggi, design di antiquariato e creazioni dello stesso padrone di casa.


- Come definiresti lo stile del tuo interior?

Il mio interior è piuttosto eclettico, un mix di mobili vintage dagli anni 30 agli anni 60, note mediterranee, colori caldi e ricordi di viaggi che ho fatto. Ci sono anche pezzi che ho creato io stesso e molte sculture, ceramiche o dipinti che ho fatto negli ultimi anni. 


- Quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Al giorno d'oggi siamo sommersi da input, soprattutto attraverso i social media, quindi direi che parte della mia ispirazione viene inconsciamente dagli account di design che seguo su Instagram. Mi piace controbilanciare queste ispirazioni con souvenir che compro durante i miei viaggi, cercando nuovi spunti al mercato delle pulci di Saint-Ouen o su siti di vendita all’asta.




Invece di comprare una poltrona Pierre Paulin, andrò a caccia di poltrone Arfa e le farò rifoderare. Preferirei trovare una panca da soggiorno in stile marocchino vintage e darle un nuovo look con del tessuto Pierre Frey e cuscini XL piuttosto che comprare un divano della linea Togo. Certo, ci vogliono tempo e voglia di fare da sé, ma questo darà più carattere al vostro interior. 


- Cosa rappresenta l’arredo per te?

Ciò che è essenziale per me è sentirmi a mio agio in casa mia e ricreare uno spazio che rifletta la mia personalità. Ho passato molto tempo a casa durante il lockdown, essere circondato da pezzi piacevoli all’occhio e di ottima qualità è una priorità. Preferisco investire soldi in un mobile di design piuttosto che in un cappotto di lusso, per esempio. 

- Potresti parlarci della storia di questo appartamento e delle tappe che ti hanno portato al risultato finale? 

Quando ho iniziato a cercare casa, mi ci sono voluti più di 6 mesi per trovare un posto adatto a me. È un interior piuttosto atipico perché le parti dell’appartamento non sono separati tra loro, ad eccezione dell’ingresso e del bagno. È uno spazio aperto con un soffitto molto alto in un edificio storico.  

All'inizio è può sembrare difficile arredare un grande cubo vuoto, per questo ho preferito procedere per gradi. Ho scelto di non tenere nessuno dei miei vecchi mobili e di decorare questo appartamento con cura. È per questo che per alcuni mesi ho vissuto soltanto con un materasso sul pavimento ed un paio di sedie. A poco a poco ho aggiunto il tavolo da pranzo, una base per il letto, la libreria, le sedie, un tavolino da soggiorno, ecc. Mi mancano ancora alcuni elementi però, le luci adatte o una zona ufficio, ad esempio. Per il mio compleanno mi hanno regalato dei bellissimi sgabelli da bar vintage firmati Olavi Hanninen e una lampada da soffitto George Nelson. Mi piace l’idea di una trasformazione lenta. È un percorso. 


- Quali sono i tuoi mercatini dell’usato preferiti? 

Compro molto su Leboncoin. Con le giuste parole chiave e l’aiuto della newsletter si possono trovare meraviglie che costerebbero il triplo nei classici negozi di antiquariato. Pamono o Selency sono altri due siti a cui do un’occhiata diverse volte ogni settimana. C’è da dire però che evito di comprare troppo lì perché le commissioni troppo alte costringono gli antiquari a vendere a prezzi irrisori. Vado spesso al mercato delle pulci di Saint-Ouen, ma più per trovare nuove fonti di ispirazione che per fare acquisti.






- Dato che di recente hai realizzato tu stesso una serie di ceramiche, cosa pensa del posto degli oggetti d'arte in un interior?

Penso che gli oggetti d'arte (poco importa quanto valgano sul mercato) costituiscano la base di un interior. Tutti tendiamo ad avere lo stesso tipo di mobili al giorno d'oggi, e gli oggetti d'arte aggiungono quel tocco di carattere in più ad ogni casa, rendendola meno impersonale. 

E per concludere: un libro, un sito, un film, una scoperta recente che vorresti condividere con noi?

Mi piace tanto tutto l'immaginario legato al mito del cowboy. Un amico mi ha regalato per il mio compleanno "Richard Prince: Cowboy", un libro che ripercorre l'archetipo del cowboy attraverso i media, la pubblicità, ecc. Sempre sullo stesso tema ma nel contesto opposto, il libro di Luke Gilford "National Anthem" tratta della subcultura dei rodeo gay negli Stati Uniti. E per finire un film, "The Rider" di Chloe Zhao, un lungometraggio stupendo sulla ricerca dell'identità e la fragile nozione della mascolinità, girato nelle pianure immense del Nord Dakota.


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Instagram: @jaoven
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